Festa dei Lavoratori: giornata di lotta anche per le donne

Dell’origine della Festa dei lavoratori abbiamo già sentito parlare, ma di cosa accadde in Piazza San Carlo a Torino il 1° maggio 1977 forse no. Al Movimento delle Donne fu tappata la bocca per impedire la protesta che mirava ad ottenere la piena affermazione e l’effettivo riconoscimento dei loro diritti: al lavoro, alla parità, alla salute, all’aborto.

La preparazione della Festa dei Lavoratori

Il 1° maggio 1977, non ero ancora nata. I miei genitori non erano ancora sposati, ma mio padre lavorava già in Fiat e mia madre viveva ancora con la sua famiglia in un piccolo paese delle campagne pugliesi. Il 17 aprile 2018, grazie a Torino che legge, ho scoperto questa storia.

Nell’industriale e al tempo stesso proletaria Torino si lottava. Le donne volevano che il 1° maggio fosse una giornata di lotta anche per loro.

Il Movimento delle Donne era compatto, forte e intraprendente. Finalmente una rappresentante dell’Intercategoriale delegata CGIL-CISL-UIL sarebbe salita sul palco della Festa dei Lavoratori per parlare, a nome del Movimento.

Un gruppo di donne si mise al lavoro per scrivere il discorso che sarebbe stato pronunciato dopo gli altri interventi dei rappresentanti sindacali.

I sindacati CGIL, CISL e UIL volevano però, conoscere in anticipo i contenuti dell’intervento che sarebbe stato letto. La Festa dei Lavoratori doveva svolgersi “in un certo modo”. Così la sera del il 30 aprile 1977 i rappresentanti delle sigle sindacali si recarono dal gruppo di donne riunito e presero visione del volantino preparato per l’occasione.

Il dissenso

La CISL espresse il suo dissenso su una frase:

In questo periodo DC, MSI, le gerarchie ecclesiastiche, le forze cattoliche più retrive stanno organizzando una crociata reazionaria contro l’aborto…

La CISL pretendeva la cancellazione dell’intera frase, il Movimento si rifiutò, la CGIL tentò la mediazione chiedendo almeno di eliminare il riferimento al clero. Le donne non vollero. Dinanzi al fallimento della mediazione, che durò fino a tarda ora, i sindacati decisero di escludere dal palco la rappresentante dell’Intercategoriale.

Le donne allora presero a ciclostilare il testo preparato con la premessa:

“Questo intervento doveva essere letto oggi in piazza da una compagna dell’Intercategoriale delegata CGIL-CISL-UIL, a nome del Movimento delle Donne, a causa del dissenso di una parte del sindacato sulla frase “…” ritenuta offensiva, questo intervento non verrà letto.”

e di consegnare il volantino il giorno seguente alle donne che avrebbero incontrato lungo il tipico corteo del 1° maggio.

La Festa dei Lavoratori per le donne

La distribuzione del volantino ebbe inizio in Piazza Vittorio Veneto, chiedendo alle donne di unirsi al corteo indossando un cerotto sulla bocca.

Camminando, le donne con il cerotto diventavano sempre più numerose ed echeggiava, sempre più assordante, il rumore del loro silenzio sotto i portici di Via Po.

Il corteo di donne silenti si fece strada tra la folla fino in Piazza San Carlo, dove arrivò fino al servizio d’ordine presente sotto al palco. Qui le audaci femministe più indietro iniziarono a spingere così forte da schiacciare le prime manifestanti contro le guardie.

Un rappresentante sindacale salvò, dal soffocamento, tre donne sollevandole di peso e mettendole oltre il servizio d’ordine (che non perse l’occasione di mettere le mani ovunque) e le transenne.

A questo punto, le manifestanti salvate non si lasciarono sfuggire l’occasione di salire sul palco della Festa dei Lavoratori, dove, inaspettatamente, ricevettero il microfono da un sindacalista della CGIL per pronunciare il loro discorso.

Nel silenzio generale le donne, finalmente, tolsero “il cerotto dalla bocca” per sostenere la loro lotta, per conquistare un nuovo modo di vivere, per difendere e ottenere il loro posto all’interno del contesto lavorativo e riaffermare il diritto di essere DONNE.

 

 

Luciana Spina

Luciana Spina

Luciana Spina, tante cose, ma qui soltanto blogger. Adoro osservare la realtà. Lo spirito critico e la concretezza sono, nel bene e nel male, le mie caratteristiche.

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