Silvana Quadrino e la sua ultima impresa editoriale: “Sembravano così felici. Amori e disamori nel tempo dell’incertezza”

Per la rubrica Colibrì oggi vi parlerò di un libro molto interessante scritto dalla dottoressa Silvana Quadrino.

La dottoressa Quadrino è psicoterapeuta, counselor, scrittrice e formatrice.

Il suo ultimo lavoro si intitola: “Sembravano così felici. Amori e disamori nel tempo dell’incertezza”.  Per raccontarvi al meglio chi è la dottoressa Silvana Quadrino e di cosa tratta la sua ultima impresa editoriale, ho voluto incontrare l’autrice per un’intervista .

Ci racconta qualcosa di Lei?

La mia storia è una storia di cambiamenti nel senso che non è un percorso lineare. Ecco io non ha mai detto: da grande farò la psicologa della famiglia… Perché quella strada a quel tempo non c’era.

Il mio futuro è racchiuso nel mio passato. Mio padre era un uomo dell’Ottocento. Era nato nel 1901 nel meridione. Nella logica di mio padre avrei dovuto fare la casalinga o al massimo la segretaria di mio fratello che avrebbe fatto il commercialista come lui. Il mio futuro quindi si chiudeva in quinta elementare.

Tutto il resto è stato un cercare strade come dire possibili e che non erano mai una strada maestra. Sono riuscita a frequentare le medie “facendo a pazza”. Dopo le medie volevo fare il liceo e poi medicina… Ma mi fu concesso di fare solo le magistrali. Dopo le magistrali decisi di frequentare pedagogia. E poi ho cominciato a lavorare come insegnante.

Mi sono sposata. Ho avuto due figlie. Dopo la mia laurea a Torino per un caso è stata aperta una scuola di specializzazione in psicologia dell’età evolutiva. Quindi la psicologia è entrata nella mia vita. Poi mi sono licenziata dalla scuola e ho iniziato a lavorare come psicologa. Lavorando come psicologa ufficiale ho capito che non mi piaceva il metodo…

Così, ho poi intrapreso una nuova specializzazione rivoluzionaria: la terapia della famiglia. Dico rivoluzionaria perché a quel tempo non fare la psicanalista o lo psicodinamico ma proporre percorsi di terapia relazionale ci esponeva e essere quasi messi sul rogo…

Il mio sforzo e il mio pensiero è sempre stato capire che cosa manca per migliorare la risposta al disagio delle persone.

È in questo periodo che è nato il mio interesse per la comunicazione non terapeutica. Ogni professionista (pediatra, insegnante ecc..) ha bisogno di strumenti per gestire le relazioni con i suoi utenti.  

Ho percorso sempre strade parallele. Il mio percorso non è una strada maestra”.

Sembravano così felici è il titolo del suo libro. Com’è nata l’idea?

“Allora… inizialmente l’avevo proposto a Cortina. Non in questa forma finale. Volevo scrivere un libro per parlare con le coppie quando non si è psicologi. Avevo preparato un libro raccontando che cosa succede nel percorso di una coppia e a che cosa deve essere preparato un professionista che non fa lo psicologo però, deve capire che in una coppia si muovono delle cose. Cortina ha risposto che non poteva essere una priorità editoriale.

Poi a un certo punto mi sono detta… Basta scrivere saggi! Ho pubblicato due libri di narrativa quando ero più giovane poi non ho mai più scritto in ambito narrativa. Dato che di storie di coppie ne ho la testa piena, ho pensato a dieci storie in cui poi però, oltre l’aspetto della descrizione si può raccontare anche come si muove una coppia nei punti di svolta.

Ho contattato Lorenzo Fazio l’editore di Chiarelettere tramite un’amica. Parlandoci il titolo fin dal primo momento era quello “Sembravano così felici”. Tutti noi vediamo la superfice delle coppie dei nostri amici.  Tutti e due combattono per un’immagine. Infatti, la frase di sorpresa quando si scopre che una coppia si è separata è sempre la stessa: “Ma dai…Sembravano così felici”. All’editore è piaciuto il titolo e la proposta delle dieci storie e mi ha subito mandato il contratto.

Il libro l’ho scritto rapidamente perché ho inserito anche una storia legate all’emergenza sanitaria. L’ultimo racconto è ambientato in epoca Covid. L’ho finito di scrivere a dicembre 2020 ed ora vede la luce”.

Silvana Quadrino – Sembravano così felici

Dottoressa Silvana Quadrino, può spiegarci qual è l’obiettivo del suo libro?

Dalle storie degli altri si può imparare qualcosa sia sulla propria storia o come fare a chiudere la propria. I miei lettori leggendo le storie raccontate potranno cogliere i meccanismi infettati. E il fatto di vederli serve per riflettere su sé stessi.

Il libro vuole essere uno strumento di autoconsapevolezza per tutti: professionisti e non.

Quando incontriamo una coppia siamo di fronte a un sistema che si sta muovendo a modo suo per dinamiche più interne.

Immaginare di voler entrare in quel sistema e far succedere cose se non si è professionisti è pericoloso. È meglio lasciar perdere perché è agitata la ricerca di equilibrio in una coppia che attraversa un momento di crisi“.

Mi sono chiesta quale fosse per la dottoressa Silvana Quadrino la coppia che in qualche modo l’avesse colpita di più.

Tra tutte le storie che lei ha raccontato a quale è più legata?

La storia che mi commuove di più perché è una storia interrotta. Racconta di una donna e mamma sposata per amore con un uomo molto dolce. Hanno due figli. Lui è un padre molto attento. Solo che lui chiama lei “mamma”. 

Quando lui è felice e gioca con i bambini la chiama mamma e ne parla in terza persona. E lei si rende conto che a un certo punto qualcosa non funziona più. Lei non si sentiva più donna agli occhi del suo uomo. In quel momento lì non capisce bene che cosa sta succedendo.

Poi, casualmente incontra un giovane libraio di nome Giordano che è lo zio di un compagnetto di scuola del suo bambino, che è il contrario di suo marito. Lei scopre che può portare lì il suo bambino. I bimbi si affezionano a questo giovane.  E lei non capisce cosa prova.

Lei di professione faceva la disegnatrice. Lui le propone di fare da illustratrice per un libro. I due partono per Bologna. Lei non dice al marito che sarebbe andata con questo giovane. Viene poi scoperta la bugia e il marito si convince che lei lo stia tradendo. Lui vuole separarsi. Lei si chiede se è innamorata di questo ragazzo.

Poi a un certo punto la cognata, la mamma del bambino del compagno di scuola di suo figlio, la chiama per parlare di Giordano. La donna le racconta una cosa della vita di Giordano e lei si rende conto che non può irrompere nella sua vita.

E quindi, la storia è interrotta perché lei si tira indietro, ma non sa se riuscirà a riprendere la relazione con il marito.

Poi… E poi… Se volete sapere come va a finire? Eh, non ve lo dico! Andate a scoprire il finale nel libro!”  

Sperando di avervi incuriosito, nell’attesa del prossimo appuntamento con un nuovo libro, attendo le vostre opinioni sull’opera della dottoressa Silvana Quadrino.

Viviana Villani

Viviana Villani

Nella vita di tutti i giorni sono un’orientatrice professionale e una tutor d’aula. Mi occupo di sviluppare progetti di politica attiva e servizi al lavoro per alcune agenzie di Torino. Sono anche una counsellor ad orientamento narrativo sistemico. Credo nella potenza delle narrazioni e della scrittura autobiografica come ricerca di sé. Per questa ragione uno dei miei progetti è macchiadicafè.it in cui Orienta-menti è l'espressione della mia ricerca autobiografica attraverso bellissimi libri di cui lascio una breve recensione. Poi di tanto in tanto condivido la mia esperienza come case manager e tutor d'aula raccontando le storie più emozionanti di co-costruzione con i miei utenti ed allievi che li porta ad un percorso di nuova autoconsapevolezza e autodeterminazione.

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