La casa del Signor Venceslao animata da Marta Martin

Ciao bimbi e ben ritrovati, la storia di oggi è di Gianni Rodari. E’ la storia di un uomo un po’ bizzarro, ma molto simpatico: La Casa del Signor Venceslao.
Quando meno ve lo aspettate alzando la testa vedete passare a gran velocità la casa del Signor Venceslao. La casa intera dal tetto alle fondamenta vi passa dondolando sulla testa dolcemente, come se fosse un aeroplano. Il comignolo manda un fumo nerastro come una scatola di carbone. Sotto la casa appesi sacchi di carbone, bottiglie di vino e vecchie damigiane. La cantina insomma, che sembra essere un vero pasticcio.
Il signor Venceslao affacciato ad una finestra del primo piano accarezza la pipa pensieroso e non si accorge di voi.
La gente guarda in sù e dice: “Il signor Venceslao è diventato matto, guardate se è la maniera di andarsene in giro come se la sua casa fosse un aeroplano.”
Bisognerebbe chiamare la polizia dice qualcuno!” dice qualcuno, perchè il signor Venceslao non ha il brevetto da pilota e potrebbe far succedere qualche guaio.
La casa attraversa in pochi minuti il cielo e scompare dietro ad una collina. Dopo un poco riappare, attraversa il cielo in senso contrario, discende verso la terra e si ferma vicino al villaggio, cento metri dietro la chiesa, proprio nel luogo dove la casa era stata fabbricata.
“Ecco – dice la gente – “il signor Venceslao ha finito la sua passeggiata”.

Il signor Venceslao sta alla finestra e fuma la pipa.

Ha qualche rotella della testa che non funziona!” dice la gente.
Queste passeggiate, il signor Venceslao, le fa sempre verso sera, al calar del sole, quando arriva la luna.
Siete lì a parlare con lui tranquillamente, lui seduto alla finestra del pian terreno come sempre e improvvisamente vi saluta con la mano e la casa, un fischio sottile, si stacca dalle fondamenta e si innalza nel cielo. Fa due o tre giri intorno al campanile e poi si dirige verso le colline, lontano lontano dal paese.
In fondo siamo tutti un po’ invidiosi del signor Venceslao, guardiamo con tristezza le nostre casette che stanno sempre ferme in riva alla strada o come barchette in riva al fiume. Come barchette che non scenderanno mai la corrente come la casa del Signor Venceslao.
Marta Martin
Redazione

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