Cristina Caboni: i colori sono i nostri riflessi dell’anima

Oggi per la rubrica Colibrì vi voglio raccontare il libro: “La ragazza dei colori” di Cristina Caboni.

Cristina Caboni è una scrittrice di origine sarda che vive a Cagliari con il marito e i tre figli. L’autrice, oltre a dedicare la sua vita alla scrittura, lavora anche nell’azienda apistica di famiglia. È la prima volta che leggo un libro di quest’autrice e ho trovato molto interessante il suo stile di scrittura.

Vi segnalo che l’autrice ha già scritto per Garzanti altri romanzi:

  • Il sentiero dei profumi
  • Il profumo sa chi sei
  • La custode del miele e delle api
  • Il giardino dei fiori segreti
  • La rilegatrice di storie perdute
  • La stanza della tessitrice

Il romanzo “La ragazza dei colori” ha un ritmo “rapitore” nel senso che è uno di quei libri che una volta incominciato non puoi pensare di lasciarlo lì sul comodino perché la storia ti chiama e ti accompagna. Soprattutto non vedi l’ora di finirlo per assaporare il racconto “tutt’intero”.

Sono trecento pagine davvero intense e potenti.

Le protagoniste femminili

Le protagoniste del romanzo sono due donne: Stella e Letizia. Stella è una giovane donna curiosa e volitiva. Letizia invece, è la sua prozia novantacinquenne.

Stella è stata convinta per gran parte della sua vita, che ogni colore esprima un’emozione. Per esempio, il blu del cielo donava la gioia e il verde dei prati era un sollievo per l’anima. Stella confidava profondamente nel potere salvifico dei colori.

Credeva fin da piccola che i colori avessero il potere di cambiare le emozioni e la vita delle persone. Poi, ad un certo punto ha smesso di cederci. Da lì ha iniziato a sentirsi perduta e smarrita.

Come sempre nella vita arriva un punto di svolta importante. Un giorno mentre Stella era in visita nella casa dell’anziana prozia Letizia.

Letizia è rimasta vedova da pochissimo del suo amore di sempre Orlando. Stella nella casa di Letizia, scopre una vecchia valigia appartenuta a zio Orlando in cui sono conservati tanti disegni.

Sono indubbiamente disegni di bimbi.  Semplici, ma visivamente potenti come solo i disegni dei bimbi sanno esserlo.

Quei tratti le sembrano farfalle pronte a volar via dalla carta. Stella ha timore a guardarli. Improvvisamente si ritrova a riprovare sensazioni ed emozioni perdute da tantissimo tempo.

Capisce subito che i disegni di quei bambini sono narrazioni e vuole capire a tutti i costi chi li ha realizzati.

La sua anziana prozia Letizia è reticente. Stella inizia così una lunga indagine che la porta a scoperchiare un “vaso di Pandora”.

Le ricerche la porteranno a scoprire episodi inediti della vita della sua prozia e della sua stessa famiglia. Stella scoprirà ad un certo punto chi erano quei bimbi e di come il loro destino si sia intrecciato a Letizia.

Proseguendo le sue inchieste, Stella scopre un episodio che riguarda la vita della sua prozia nella Seconda Guerra Mondiale e tanti piccoli bambini di origine ebraica.

La reticenza dell’anziana prozia cela un dolore e uno strappo mai superato. Il percorso di Stella aiuterà Letizia ad uscire dal buio? I colori torneranno nella vita dell’anziana? Può il buio durare per sempre?

Cristina Caboni racconta un pezzo di Storia

Cristina Caboni attraverso le azioni e le storie di Letizia e Stella, condurrà il lettore a scoprire un episodio realmente accaduto durante il periodo della dittatura nazifascista.

L’accaduto è reale, i personaggi no.

Lo scopo dell’autrice attraverso il personaggio immaginario di Nonna Letizia è quello di dare voce, legittimità e onore alle storie vere dei bimbi ebrei fuggiaschi.

Legittima le famiglie che nonostante i rastrellamenti continui, hanno ospitato e protetto finché hanno potuto quei piccoli bambini.

È sempre importante non dimenticare la storia passata perché ci dà la dimensione di cosa siamo stati e quale sia la direzione che ogni giorno possiamo prendere con le nostre scelte.

Libro davvero consigliato, buona lettura!

Viviana Villani

Viviana Villani

Nella vita di tutti i giorni sono un’orientatrice professionale e una tutor d’aula. Mi occupo di sviluppare progetti di politica attiva e servizi al lavoro per alcune agenzie di Torino. Sono anche una counsellor ad orientamento narrativo sistemico. Credo nella potenza delle narrazioni e della scrittura autobiografica come ricerca di sé. Per questa ragione uno dei miei progetti è macchiadicafè.it in cui Orienta-menti è l'espressione della mia ricerca autobiografica attraverso bellissimi libri di cui lascio una breve recensione. Poi di tanto in tanto condivido la mia esperienza come case manager e tutor d'aula raccontando le storie più emozionanti di co-costruzione con i miei utenti ed allievi che li porta ad un percorso di nuova autoconsapevolezza e autodeterminazione.

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